Articolo tratto da teva-lab.it

Preparativi per il concorso straordinario già avviati in alcune Regioni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di lunedì scorso del decreto liberalizzazioni. I tempi sono strettissimi (i comuni devono individuare le zone di nuove sedi farmaceutiche entro il 26 aprile e le Regioni emanare il bando entro fine giugno) e così in diverse zone dello Stivale ci si è già messi al lavoro. È il caso delle Marche, dove martedì si è tenuto un incontro tra Azienda sanitaria unica, sindaci e presidenti di Ordine per coordinare le procedure attuative. Già conteggiate le farmacie che spunteranno dal nuovo quorum (76 comprese le vacanti), toccherà ora ai comuni individuare le zone di ubicazione, mentre per l’organizzazione del concorso rimane ancora da sciogliere un dubbio legato al fatto che nelle Marche la 326/2003 sulle graduatorie regionali non è stata mai recepita e le gare sono rimaste provinciali. «Intanto» spiega Luciano Diomedi, presidente dell’Ordine di Macerata e referente regionale per la Fofi «assieme ad Asur e Provincia abbiamo invitato i sindaci interessati a una tavola rotonda in cui si discuta in tempi brevissimi i criteri per l’individuazione delle zone, che dovrebbero rimanere quelli topografici e demografici».
Summit tra Regione, aziende sanitarie, sindaci e Ordini anche in Veneto. Stabilite le nuove aperture (279 in tutto, Verona città in testa con 12 farmacie), è stata anche fissata la tabella di marcia: entro il 10 aprile i sindaci individuano le zone (che secondo la Regione potranno essere identificate indicando soltanto quartieri e circoscrizioni, come voleva il Ministero), entro il 16 dovranno arrivare i pareri di Asl e Ordini ed entro il 23 le delibere di giunta comunale. «Per la Regione poi» aggiunge Florindo Cracco, presidente dell’ordine di Vicenza «i sindaci dovranno adeguarsi al quorum anche sui resti». In altri termini, dovranno essere aperte anche le farmacie che risulteranno dagli scarti dei 3.300 abitanti, secondo un’interpretazione del decreto che non trova riscontro in altre Regioni. In Lombardia, per esempio, secondo alcune fonti l’apertura sugli scarti dovrebbe essere considerata opzionale.
In Emilia Romagna infine, i primi ad assumere l’iniziativa sono stai gli Ordini: «Non ci risultano ancora interventi da parte della Regione» spiega il presidente modenese Vincenzo Misley «ma noi intanto abbiamo già inviato ai sindaci una comunicazione nella quale ci mettiamo a disposizione per ogni eventuale supporto rispetto alle procedure di loro competenza»