Concorso, Ministero conferma tesi contitolarità in associazioni: si vince in una regione sola

Articolo di Simona Zazzetta tratto da farmacista33.it

Il ministero della Salute ha confermato che la titolarità della farmacia sarà assegnata ai vincitori in forma associata, e non alla società che va costituita per gestire l’azienda. È la risposta emersa in occasione dell’incontro dedicato al concorso straordinario svoltosi in occasione di FarmacistaPiù a cui ha preso parte Maria Cannata funzionario ministeriale.

Di fatto una conferma della testi già riportata dalla nota ministeriale del 30 novembre 2012 trasmessa alla Fofi, vale a dire che «la titolarità resta, congiuntamente, in capo ai soci» e che, quindi, «gli associati, pur potendo partecipare a due concorsi regionali, in caso di vincita in entrambe le procedure, non potranno acquisire la titolarità/contitolarità di entrambe le farmacie, in quanto l’accettazione dell’assegnazione della seconda, con la connessa adozione del provvedimento di autorizzazione, comporta la decadenza dalla prima». «

Il ministero è stato chiaro» commenta Maurizio Pace, segretario della Fofi e moderatore dell’incontro «un’associazione di vincitori può aver diritto a una sola farmacia, in linea anche con la legge Monti che era quella di favorire l’accesso alla titolarità delle farmacie da parte di un più ampio numero di aspiranti. Non si può pensare che diventando contitolare si possa vincere tutto ovunque. Purtroppo ci sono interpretazioni diverse che stanno creando contenziosi legali e rallentamenti nell’apertura della farmacie. Il concorso consentiva di presentarsi in più regioni in forme associate diverse. E al momento della scelta è chiaro che se un socio preferisce una regione all’altra penalizza gli altri che possono chiedere i danni». Altro nodo del concorso è il punteggio dei farmacisti rurali, che vorrebbero vedersi riconosciuta una maggiorazione oltre i 35 punti.

«Ma così non è stato perché è nella chiave di lettura c’è stata un’interpretazione in termini di assorbimento fino a massimo 35 punti» spiega Pace «anche qui ci sarà da dipanare qualcosa ci auguriamo in tempi rapidi». Resta aperta la questione delle sedi sub iudice ma secondo Pace «ci sono basse probabilità che vengano annullate, al più saranno rivisti i perimetri. Se c’erano i criteri demografici la sede verrà aperta». Qui potrebbe giocare a sfavore il tempo, come precisa l’avvocato Paolo Leopardi: «A volte sono cause campate per aria che facilmente volgeranno in modo favorevole all’assegnatario, ma i tempi della giustizia possono essere lunghi anche fino a 2 anni quando invece la scadenza per aprire la farmacia è di 6 mesi. È probabile che ci sarà una proroga ma se il giudizio sarà sfavorevole il vincitore resta senza sede. Nel mentre può comunque intervenire in giudizio facendo valere i propri diritti e sposando di fatto le tesi del Comune».